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Segna-Libri: “Le stanze dell'addio”


Yari Selvetella "Le stanze dell'addio"

“Che amore inutile è l’amore che non protegge, l’amore che non cura e non difende, l’amore che non può, un amore crudele sento di portarmi addosso come l’amore di Dio”.

Queste parole racchiudono il significato profondo di questo libro, che contiene pagine preziose, ricche di vita, che parlano di un amore, di un addio, di vita e di morte.

Questo libro mi ha lasciato tanto, tanti doni, lacrime e sorrisi, mi ha ricordato che siamo tutti di passaggio in questa vita e che le persone che amiamo sono dei regali, che dobbiamo sapere vedere, ascoltare, abbracciare, amare.

Yari Selvetella ha una capacità rara di cogliere profondamente tutti i moti interiori del protagonista di questo romanzo, un uomo ancora giovane che sta perdendo sua moglie, il suo amore e che cerca di districarsi tra la necessità di rimanere presente per i suoi tre figli ed il suo dolore, la sua incapacità di credere che lei se ne sia andata, in un momento in cui non lo credeva ancora possibile, quando pensava che avessero ancora tempo, che ci sarebbe stato un dopo.

In questo viaggio interiore il protagonista è accompagnato da un ragazzo, un commesso del bar dell’ospedale, luogo in cui entrambi si recano quotidianamente per motivi differenti, il primo per accompagnare sua moglie durante i ricoveri e dopo la sua scomparsa per tentare di ritrovarla, mentre il secondo per lavorare.

Il barista resta colpito da questo uomo con i baffi che se ne sta lì con lo sguardo perso alla ricerca di sua moglie, solo successivamente scoprirà che la donna in realtà è morta e che l’uomo con i baffi è rimasto impigliato nel suo dolore.

Quotidianamente il protagonista torna nell’ospedale, il luogo in cui l’ha persa, e continua a cercarla tra le stanze di tutti i reparti per non abbandonarla, per continuare a sentire la sua assenza/presenza.

Il sentimento di fratellanza che si stabilisce tra l’uomo con i baffi ed il barista sarà uno spiraglio di luce per entrambi, l’inizio di un cambiamento, di un ritorno alla vita, perché sono i sentimenti a dare un senso all’esistenza.

Grazie ancora a Yari Selvetella che ci ha regalato questo splendido romanzo.

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