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  • Rachele Bindi

Di Lavoro faccio la libroterapeuta


Di ritorno da Di lavoro leggo…

Mi perdonerete il titolo non esattamente accattivante, ma sono reduce da una tre giorni di corso della NN edizioni intitolata Di lavoro leggo che mi ha portato a riflettere parecchio su cosa voglia dire fare il lavoro del terapeuta usando qualcosa di così complesso come i libri.

Mi ero avvicinata a questo corso in gran parte dimenticandomi la mia professione, andavo cercando solo tre giorni di immersione nell’editoria, magari anche staccando un poco la spina dal lavoro clinico. Probabilmente, come direbbe Jung, gli Déi non erano dello stesso parere ed a parte rendermi completamente afona (che dovessi esercitarmi ad ascoltare soltanto, costretta a tenere per me le riflessioni e a farle decantare come si fa con il vino buono?), mi hanno riempito la testa di pensieri, idee, rimandi e sì, anche sogni.

Arricchire la cassetta degli attrezzi..

Il risultato è stato che mi sono, nell’ordine: resa conto degli innumerevoli errori formali fatti qui sul web (lunghezze dei post da rivedere, cambiamenti da fare, professionisti del digitale da consultare) ed anche in relazione ad altre forme di comunicazione (un logo da rifare è un buon punto di partenza per fare un bilancio della propria identità professionale) ed appassionata ad un sacco di argomenti finora rimasti in attesa che mi accorgessi di loro (abbiate pazienza, piano piano vedrete anche i frutti di queste nuove passioni).

Un paio di riflessioni: una dolce..

Ma è successo anche altro. Prima di tutto non avevo idea che ci fossero così tante persone che volevano lavorare intorno al libro: conoscevo la filiera professionale all’interno di una casa editrice ma sottovalutavo la quantità di persone appassionate e preparate che si stanno creando spazi in questo mondo.

..ed una amara sulla libroterapia ‘improvvisata’

In secondo luogo, questa marea di pensieri mi ha portato a girare un pò sul web, anche su segnalazione delle carissime colleghe di libroterapia.net ed è stato molto desolante rendermi conto che, tornando all’ambito della libroterapia, in tanti si improvvisano buttando lì una pagina su un social o sul web in cui usano parole di altri senza nemmeno citarli e fanno grandi giri di parole senza far capire né quale sia il loro approccio né di quali competenze sia provvista la loro cassetta degli attrezzi. Nel nostro mondo è facile vivere di copia ed incolla senza rendersi conto che in questo modo ci si comporta in maniera scorretta, non ci si prende cura delle aspettative delle persone che si rivolgono a noi con la migliore delle intenzioni e si continua a mettere a rischio il percepito esterno della categoria professionale.

Insomma, in mezzo a tanti pensieri intorno alla creatività si è infilato anche questo pensiero su chi si appropria della creatività degli altri senza generare collaborazioni e rapporti.

Una tre giorni di corso che ha puntato il dito su tante nuove cose da imparare, ma che in fondo mi porta anche a dire che qui, noi di libroterapia.net stiamo andando nel modo giusto, facendo rete, confrontandoci, arricchendo le nostre competenze e tenendo un comportamento serio e, soprattutto, rispettoso.

Salone Internazionale del Libro di Torino 2018

Adesso rimane da chiudere gli ultimi progetti e da fare la valigia per scappare a Torino al Salone Internazionale del Libro, dove praticamente mi trasferirò dal 10 al 14 maggio! (E se volete passare per un saluto, la presentazione del mio Trame archetipiche sarò il 10 maggio allo stand istituzionale della Regione Toscana (Padiglione 3 Stand n. S25, R26)).

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