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  • Immagine del redattoreSabrina Ciuffreda

Quasi una recensione


La Pioggia nel Pineto, Gabriele D’Annunzio; Lettera ad un giovane poeta, Rainer Maria Rilke

Una notte insonne…tanti pensieri… mi tiene sveglia il mio lavoro, le parole e i gesti di persone cariche di una sofferenza a volte difficile da lasciare lì…nella piccola stanza del mio studio. Stanotte echi dell’angoscia di voci diverse si alternano in me, mi impediscono di rilassarmi e impediscono ai miei occhi di cedere all’incanto del sonno. Leggere…non riesco, sono affaticata…la luce spenta è insopportabile, riempie di solitudine la mia veglia. Pigramente prendo il telefono…mi viene in mente che da giorni avrei voluto leggere una poesia senza trovare il tempo per cercarla: La Pioggia nel Pineto, vecchia reminiscenza scolastica, tornata alla mia mente in un giorno di pioggia, appunto. Quale momento migliore! Digito… Come si vede che ho una certa età! Non mi aspettavo affatto di veder apparire non solo il testo, ma la poesia recitata da un grande attore…corredata di immagini e di musica…uno spettacolo molto avvincente tutto per me! Che scoperta! Credo che su quest’ode bellissima si sia detto tutto, inutili sarebbero mie ulteriori parole, piuttosto ho iniziato a riflettere su quanto sia raro apprezzare una poesia o anche un’opera letteraria studiata a scuola… sull’onda di queste considerazioni e dell’entusiasmo dato dalla rivelazione dei mille “spettacoli” disponibili su YouTube, scovo “Lettera ad un giovane poeta” di R.M.Rilke. Mi rapisce. La grazia, la gentilezza, l’intensità della scrittura di Rilke- che già ne fanno il mio poeta preferito- qui si dispiega in una prosa elegante, chiara, interessante, mai saccente. Un messaggio, un invito, un percorso delineato quasi scusandosi. E già nell’apertura della sua lettera, Rilke viene incontro ai miei pensieri sull’impossibilità di amare la letteratura a scuola: “per afferrare un’opera d’arte – ci dice fin dall’esordio- non c’è niente di peggio delle parole della critica”… “Le cose non sono tutte da prendere e da dire…Quasi tutto quello che avviene è inesprimibile e si compie in una regione invulnerata dalla parola”. In poche righe Rilke ha detto l’essenziale. A scuola non si può amare La Pioggia nel Pineto, perché non la si deve spiegare, svolgere, capire, la si deve “sentire” e deve parlare a parti di noi che bisogna far vibrare e risuonare per dare loro una flebile e incerta parola. E Rilke sa dirci molto bene quale sia la strada da seguire per avvicinarci alla nostra essenza più profonda: “Il vostro sguardo” fa notare Rilke al giovane poeta che gli chiede un parere sui suoi versi, è volto verso l’esterno…Nessuno può portarvi consiglio o aiuto, nessuno. Entrate in voi stesso, cercate il bisogno che vi fa scrivere: esaminate se trae le sue radici dal profondo del vostro cuore”. “Potrebbe darsi che dopo questa discesa nella vostra intima solitudine, dobbiate rinunziare a divenire poeta…Ma persino allora quel tuffo…non sarà stato vano. La vostra vita gli dovrà in ogni modo la sua vera strada”. Poche, garbate parole…un progetto di vita.

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