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  • Immagine del redattoreSabrina Ciuffreda

Segna-Libri: “La gioia fa parecchio rumore”


Sandro Bonvissuto "La gioia fa parecchio rumore"

Cercavo un libro che parlasse di “gioia”, mi sono imbattuta in Sandro Bonvissuto. Ho letto qualcosa sull’Autore: cameriere in una trattoria romana, laureato in filosofia, ha pubblicato una prima raccolta di racconti con Einaudi. Cercate quanto volete su internet, non troverete molto di più! Ma in un certo senso è tutto. Perché la storia dell’amore del ragazzo per la sua squadra del cuore svela in un delicato chiaroscuro tutto quello che lo strombazzante frastuono in cui siamo immersi in televisione, i tanti personaggi “che fanno cultura”, sovraesposti, onnipresenti, e le verità assolute rimbalzate sui social da improbabili “influencer”, oscurano e sviliscono: conta davvero ciò che fai o che hai, ma solo se ami ciò che fai o che hai.

E l’Autore, con assoluta leggerezza, porta chi legge a riflettere sul senso della propria esistenza attraverso l’iniziazione alla vita del ragazzino a cui nulla viene detto e tutto insegnato attraverso l’esperienza amorosa per la squadra del cuore. La storia e l’amore di una famiglia e di una comunità intera per una squadra di calcio svela una filosofia di vita che si dipana gioiosamente in un linguaggio che scorre senza stonature dall’erudito al dialetto e si poggia su scene tanto epiche quanto quotidiane: l’acquisto del divano, su cui poi si raccoglierà la numerosa parentela - non necessariamente vincolata da legami di sangue - per “guardare” la radio, i panini con la frittata da portare allo stadio, le trasferte sul pulmino lentissimo che profuma di mandarini, la costruzione della bandiera. Ma in un romanzo così non può mancare un filosofo, e il filosofo è Barabba, l’uomo che vive in roulotte, che raccoglie la rena del fiume, che conosce Pitagora e tutti i significati legati al fatidico numero cinque, il numero della maglia del campione che viene da “un Paese lontano, lontanissimo, ma non per questo irraggiungibile dai fili che legano chi si deve incontrare. Già il nome era un colpo di cannone: Brasile”, e che permetterà di realizzare il sogno che non può essere neppure nominato nella sua irraggiungibile sacralità.

Perché di questo ci narra Bonvissuto, ci narra del Sacro, senza nominarlo mai.


#segnalibri #SabrinaCiuffreda

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