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Segna-Libri: “Amore e ginnastica”


Graziano Graziani Taccuino delle piccole occupazioni Libroterapia.net

Edmondo De Amicis "Amore e ginnastica"


Edmondo de Amicis vuol dire libro “Cuore”? Ecco, dimenticatelo.

Se avete un pomeriggio libero e volete affrancare il vostro immaginario dal ricordo retorico e carico di buoni sentimenti di “Cuore” dedicatelo a questo racconto del 1892, che ha in comune, con il più famoso romanzo, solo l’autore. De Amicis, in questa occasione, si rivela scrittore acuto, umoristico, moderno, e ci regala pagine rivelatrici della profonda complessità dell’animo umano, lontane da stereotipi e da divisioni manichee. “Amore e Ginnastica” è innanzitutto un racconto divertente, molto divertente.

La maestra Pedani e il segretario Celzani sono personaggi gustosissimi che continuano a vivere nell’immaginario anche a lettura finita e che vorresti incontrare per carpirne gli intimi segreti che la storia lascia intravedere, senza rivelare.

La maestra Pedani“alta e robusta, larga di spalle e stretta di cintura, modellata come una statua“, molto competente e dotata, convinta che la ginnastica apporti benefici sia al fisico che allo spirito delle ragazze, si batte contro la bigotta mentalità dell’epoca che valutava sconveniente l’educazione fisica per le giovani donne. Lei, invece, sfida il mondo benpensante con la sua attività, i suoi scritti, le sue conferenze e suscita grande e malcelata ammirazione nell’universo maschile, a cui però sembra dedicare ben scarsa attenzione.

In particolare, la maestra ispira una passione del tutto inaspettata nel segretario Celzani, protagonista maschile del racconto “trent’anni e più, aspetto di un uomo di cinquanta, figura di precettore di casa patrizia clericale…”, che abita nel suo stesso condominio. Celzani, impacciato e insignificante, si farà coraggio, troverà il modo di incontrarla, di dichiararle il suo amore e l’intenzione di sposarla, senza remore e senza filtri. Non svelo il finale, per non intaccare il piacere della lettura.

Centoventinove anni ci separano da quella Torino in cui era inaccettabile che le donne facessero ginnastica. Tanta storia e tante storie hanno attraversato questi anni, ma se quel racconto ha ancora qualcosa da dirci, chiediamoci quanti pregiudizi, quanti stereotipi occupano il nostro mondo interiore e impediscono di apprezzare una donna in modo semplice: per quello che pensa, che sente, che fa, solo per quello che è, solo come essere umano.


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