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Tipi da lettura


Il libro è quel piccolo luogo sicuro tutto nostro che portiamo con noi in borsa o teniamo pronto ad accoglierci appoggiato sul comodino.

Ci lasciamo dentro un orecchio di pagina, un post-it da scrivere o un talloncino colorato come memoria del punto in cui siamo arrivati per rimmergerci nelle pagine senza perder tempo, una promessa che facciamo a occhi e cuore che ritroveremo presto la strada di parole interrotta.

Ed i lettori...

Ci sono lettori che si dedicano fedeli ad una lettura per volta, scelgono il loro libro fra tanti, spulciando recensioni, calibrando pareri, facendo amicizia con copertine ammiccanti.

Poi ci sono i lettori seriali: tutti i libri di quell’autore a perdifiato, nella speranza taciuta che ci sia su questa terra uno scrittore ideale che possa non deludermi mai, trovare parole per tutti i miei vissuti, chiudere in virgole attente tutti i miei sospiri, tracciare nelle battiture pazienti le bussole di cui ho bisogno.

Altri sono lettori spiluccanti: ogni sera una manciata di pagine dei libri che in quel momento mi accendono i sentimenti. Un romanzo che parli di relazioni, perché di certi strappi voglio sentirne assai parlare; una biografia storica per ancorarmi al già avvenuto e poi un fantasy audace per ricordami delle ali che ho nascosto in cantina.

Una menzione speciale va ai “rilettori”, mi inchino a voi saggi che avete scoperto le doppie (o triple) vite delle parole. Mi sono sempre tenuta alla larga dal rileggere il già letto perché, si sa, ci sono troppi libri per una vita sola, poi il lavoro della libroterapeuta me lo ha reso auspicabile e mi sono trovata a viaggiare su parole note, scoprendo orizzonti intatti.

Ho imparato a lasciarmi sorprendere dalla seconda lettura, capita sempre di fare amicizia con un personaggio che avevo lasciato sullo sfondo o di appassionarmi ad una dinamica che avevo trovato poco avvincente. Quasi sempre questi svelamenti assomigliano al lavoro che faccio con i sogni, mi permettono di liberarmi di strati superflui di concreto per avvicinarmi ai sentiti più miei e più a fondo.

La seconda lettura a volte palesa agli occhi le parti di me che più sono cambiate e le presenta alle identità stabili e certe, che a volte saccenti, si credono le uniche.

Più spesso invece rientro nella categoria di quei lettori che “si lasciano trovare”. Esco di casa portando con me nel taschino le emozioni del giorno e gli interrogativi dell’indomani, destinazione: libreria a più piani! Girovago tra gli scaffali come un novello cercatore a scovare lo specchio di parole dei miei fili interni, nel desiderio di dissipare i grovigli e assonare le voci che mi risuonano dentro. Copertina e frasi pescate, le mie alleate fedeli in una ricerca che non mi delude mai.

Mi piace giocare con le liste, ricorderai l’articolo “Dimmi che segnalibro”(1) sempre su questo blog, e di caratteristiche distintive di noi lettori potremmo trovarne a migliaia, ma ancor più mi piace quello che ci accomuna, quella capacità di sederci intorno ad un tavolo e raccontare di libri per ore, la magia di chiudere il mondo fuori e nascondersi silenziosi in un viaggio di carta, l’indomita speranza che il tempo si dilaterà tanto da permetterci di godere di tutti i libri delle nostre svariate liste (sempre in espansione) e il rispetto profondo che si coltiva per il proprio e altrui pensiero.

(... ) Non ci sono forse certe attività che noi svolgiamo perché sono piacevoli in se stesse, non ci sono piaceri senza seconde intenzioni? E non si annovera fra di loro questo della lettura? Io almeno ho a volte sognato che il giorno del Giudizio Universale, quando tutti i grandi condottieri e avvocati e uomini di stato arriveranno in cielo per ricevere le loro ricompense — le loro corone, i loro lauri, i loro nomi indelebilmente incisi sul marmo imperituro — l’onnipotente guarderà San Pietro e gli dirà, non senza traccia di invidia nel vederci arrivare con i nostri libri sotto il braccio: “Questi non hanno bisogno di ricompensa. Qui non abbiamo niente, per loro. Sono quelli che amavano leggere.

Virginia Woolf

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1 (https://www.libroterapia.net/single-post/2016/03/01/Dimmi-che-segnalibro)

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