Redazione
L'emozione di leggere

Artwork by David Zinn
Qualunque sia il genere letterario preferito, la lettura di narrativa è senza ombra di dubbio un’attività capace di donare intense emozioni. Secondo lo psicologo e scrittore canadese Keith Oatley, quando ci immergiamo in un libro, noi mettiamo da parte per qualche tempo le nostre preoccupazioni e la nostra quotidianità, per farci carico di quelle dei personaggi del romanzo. In questo modo entriamo mentalmente in esperienze e situazioni che non sono le nostre abituali. Geoff Kaufman e Lisa Libby definiscono questo fenomeno experience-taking, prendere in sé l’esperienza dell’altro (in assonanza con il concetto di perspective-taking). Alle circostanze narrate reagiamo emotivamente, non solo risuonando in modo empatico le emozioni dei personaggi, ma anche e soprattutto con emozioni nostre, come se ci trovassimo davvero a vivere nelle situazioni dascritte ed a rispondere ad esse. Inoltre gli eventi di cui leggiamo sono in grado di richiamare alla mente i nostri ricordi personali, risvegliando così anche le emozioni ad essi associate.
Leggere narrativa è, quindi, un’esperienza emotiva. Un’esperienza che si può definire vicaria (con riferimento alle teorie di Albert Bandura), ma non per questo meno significativa. Le esperienze a forte carica emotiva sono la base per lo strutturarsi della personalità, la plasmano, la indirizzano, sia nel bene che nel male. Sono la spinta alla crescita personale, interiore, ma possono anche determinare l’instaurarsi di difficoltà psicologiche, fino alla vera e propria psicopatologia. Le emozioni, infatti, attraverso i meccanismi epigenetici (cioè i cambiamenti della funzione dei geni, non indotti da modifiche nella sequenza del DNA) sono in grado di modificare l’espressione dei geni e possono addirittura lasciare delle vere e proprie cicatrici molecolari nel DNA, capaci di influenzare la vulnerabilità e la resilienza alle successive esperienze di vita.
Di emozioni, quindi, ci si può ammalare, ma si può anche guarire. Secondo lo psicanalista Franz Alexander, infatti, “In tutte le forme di psicoterapia eziologica, il principio terapeutico di base è lo stesso: riesporre il paziente, sotto circostanze più favorevoli, a situazioni emotive che lui non poté affrontare nel passato. Il paziente, per essere aiutato, deve passare attraverso una esperienza emozionale correttiva adatta per riparare l'influenza traumatica di esperienze precedenti”. Questa esperienza correttiva può avere luogo durante il trattamento nella relazione transferale o parallelamente alla terapia, nella vita quotidiana del paziente. E anche, io credo, tra e pagine di un libro.
Franz Alexander, The corrective emotional experience (1946). In Franz Alexander, Thomas M. French et al. (Eds.) Psychoanalytic Therapy: Principles and Application. New York: Ronald Press.
Albert Bandura, Social Learning Theory (1977). Prentice Hall, Englewood Cliffs, NJ.
Geoff F. Kaufman and Lisa K. Libby, Changing beliefs and behavior through experience-taking (2012). Journal of Personality and Social Psychology, 103, 1-19.
Erik J. Nestler, Epigenetic mechanisms in psychiatry (2009). Biological Psychiatry, 65, 189-190.
Maja Djikic, Keith Oatley, and Mihnea C. Moldoveanu, Reading other minds: Effects of literature on empathy (2013). Scientific Study of Literature 3, 28-47.
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