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  • Immagine del redattoreBarbara Venturini

Alla ricerca dell'identità perduta


"La Madeleine" è una delle pagine più conosciute del romanzo "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust.

Narra la vicenda di un ragazzino che, assaporando nel the un dolce speciale burroso a forma di conchiglia, vive una sensazione momentanea di estasi che farà riaffiorare ricordi dal passato e che sarà l'inizio di un faticoso ritrovamento della propria identità.

Proust ci spiega attraverso la simbologia della narrazione il procedimento della memoria involontaria che rappresenta un ponte tra passato e presente.

Dounia Bouzar è una coraggiosa antropologa che ha utilizzato in Francia un metodo ispirato alle Madeleine Proustiane per "liberare" i giovani dall'Islam radicale: il metodo consiste, appunto, nel "de-programmare" giovani plagiati dall'ISIS riportandoli gradualmente alla loro cultura e identità originaria attraverso l'utilizzo di attivatori di ricordi che, in un contesto di terapia di gruppo, provocano un risveglio emotivo attraverso la rievocazione di sapori e odori del passato con il costante supporto delle famiglie di origine.

Oggi le Neuroscienze confermano l'intuizione Proustiana della straordinaria potenza dell'olfatto e del gusto nella riattivazione involontaria della memoria, sono infatti gli unici sensi ad essere collegati direttamente con l'ippocampo che sappiamo essere il centro della memoria a lungo termine.

Davvero interessante come la straordinaria modernità di Proust possa essere utilizzata per combattere uno dei peggiori mali dei nostri tempi.

" Da dove veniva? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo nulla di più che nella prima, una terza che mi dà un pò meno che la seconda, Ë il tempo che mi fermi, la virtù del filtro sembra diminuire. E’ chiaro che la verità che cerco non è lì dentro ma in me."

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