Barbara Venturini
Il piacere di Leggere

"Sapere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi è una delle sensazioni più piacevoli della vita"
(V.V. Nabokov)
Leggere è un piacere, un piacere che si coglie interamente soprattutto se lo si fa coinvolgendo tutti i sensi.
Nell'ultimo ventennio sono stati pubblicati numerosi studi sulle differenze tra lettura cartacea e digitale.
La tecnologia indubbiamente è sempre più diffusa : gli e-book, l'utilizzo del Kindle e del tablet riscuote sempre più successo portando vantaggi come la velocità di trovare informazioni e la possibilità di poter accedere ad un numero illillimitato di informazioni in tempi brevi.
La lettura digitale è certamente la modalità più economica ed ecologica.
Dal punto di vista cerebrale sembrerebbe tuttavia che il nostro cervello "preferisca" la lettura cartacea: comprendiamo e ricordiamo meglio ciò che leggiamo su carta che nella sua tradizionale semplicità offre meno distrazioni ( Erik Wastlund, 2003) ed inoltre è meno stancante fisicamente , infatti la carta riflette la luce naturale dell'ambiente circostante a differenza di computer e tablet che emettono una luce che può affaticare gli occhi.
Toccare con mano un libro ci permette di sentirne la consistenza, il peso (pensate per esempio a "Guerra e pace" di Tolstoj!), ci facilita la possibilità di creare una mappa mentale del testo e un senso di orientamento certo (pagine lette/pagine da leggere) che è dimostrato migliori la comprensione e il ricordo.
Il tatto permette inoltre di sottolineare, rielaborare, comprimere, distruggere (pensate al rapporto "fisico" che hanno i bambini più piccoli con i loro primi libri), un libro può anche passare di mano in mano: il piacere di donare un libro a qualcuno che amiamo.
La lettura ha una sua dimensione fisica (M. Woolf "Proust e il Calamaro"), se viene vissuta nella modalità psicocorporea non è solo più efficace per la regolazione metacognitiva dei processi di apprendimento ma anche più ricca dal punto di vista emotivo, leggere coinvolgendo tutti i nostri cinque sensi è un'esperienza piacevole.
Avete mai provato ad odorare un libro? A. Brunning, un professore inglese di chimica, ha indagato sul tema scoprendo che sui libri datati si trovano profumi di vanillina, mandorle, effluvi dolci e floreali risultanti dal miscuglio di cellulosa ed altre sostanze che deteriorandosi producono sostanze organiche che danno una "personalità olfattiva" al libro.
L'odore del libro può essere associato al piacere di letture ed esperienza passate e creare aspettative di soddisfazione analoga futura.
Vedere un libro, esserne colpiti dall'immagine di copertina, riconoscerlo tra i propri oggetti , osservarlo accompagnarci nei nostri viaggi lo fa divenire a tutti gli effetti un vero e proprio compagno di vita che si muove alla nostra velocità e condivide i nostri spazi.
Leggere ha anche un suono : il fruscio delle pagine che sfogliamo, il tocco della carta si confonde con la voce interna del lettore creando una sorta di ritmo personale che scandisce l'esperienza della lettura.
Un libro ha certamente anche un sapore, per esempio lo si può cogliere quando ci capita di bagnare l'indice per sfogliare meglio le sue pagine; il gusto di un librò è però soprattutto di tipo indiretto nel senso che può evocare sapori "dolci" o "amari" (R. Barthes " Il piacere del testo"). Quando riprendo in mano i libri della mia infanzia come "Piccole Donne" o "Le avventure di Tom Sayer" ne risento tutta la spensieratezza, la vitalità e curiosità legate a quel momento meraviglioso della vita così come riprendere in mano il romanzo "Maurice" di Forster mi riporta la nostalgia e l'amarezza legati alla fine di un amore.
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