I have a dream (Sogno di una bibliotecaria scolastica)

Si dice che ”il primo amore non si scorda mai” ed io, parafrasando, dico che la prima emozione provata leggendo un libro non la scorderò mai!
Lettrice precoce, a sette anni sono entrata in un mondo fantastico ed emotivamente coinvolgente dove tutti i pensieri negativi e le piccole grandi ansie infantili si annullavano ed io scoprivo non solo il piacere della lettura, ma anche la passione.
In un battibaleno sono diventata una"librodipendente". Macinavo Km a piedi per raggiungere quelle poche e mal rifornite biblioteche comunali ed insistevo per prendere quei pochi e appetibili libri nella biblioteca della mia scuola media (erano gli anni in cui non c'era ancora la cultura della lettura, figurarsi parlare di libroterapia!).
Quante emozioni riprovo ancora pensando ai libri che hanno accompagnato la mia fanciullezza e poi la mia adolescenza: "Piccole donne" di Louis May Alcott, "Il grande sole di Hiroshima" di Bruckner, "La ragazza di Bube" di Carlo Cassola.
Sono cresciuta, altri libri hanno accompagnato la mia vita: testi universitari e testi in preparazione ai concorsi pubblici che richiedevano energia ed impegno e non lasciavano spazio alla fantasia e a quel coinvolgimento emotivo così forte, ma mi hanno ugualmente realizzato. Lo dico con convinzione: sono stati nutrimento per la mia sete di conoscenza e per la mia affermazione professionale e personale.
Ho iniziato ad insegnare ed ecco la mia bella biblioteca scolastica; da docente utente che prendeva i libri in prestito, sono diventata timidamente e poi sempre più determinata referente della Biblioteca.
Le mie prime esperienze come bibliotecaria sono state strettamente "fisiche": dare in prestito i libri, sollecitarne la restituzione, rimetterli a posto negli scaffali. E poi il miracolo, il sogno che si realizza.
Libroterapia a Firenze, Rachele Bindi che propone il corso per libroterapeuta e realizzo quel sogno da adolescente.
E così aiuto i miei alunni e consiglio libri per superare le loro difficoltà tipicamente adolescenziali: "L'amico ritrovato" di Fred Ullman, "Qualcuno con cui correre "di David Grossman.
Oppure un libro "Come il vento trai i mandorli" di Michelle Cohen Corasanti per coltivare le eccellenze e spingere gli alunni più brillanti a coltivare i propri sogni. Sostenere gli alunni meno brillanti, suggerendo libri di Daniel Pennac e far capire loro che un non gratificante rendimento scolastico non sempre significhi fallimento personale nella vita!
La biblioteca, quindi, diventa uno spazio dinamico, non solo fisico, ma coinvolgente dove la lettura rappresenta una finestra sul mondo, dove l'alunno possa abbracciare con gli occhi tutti gli orizzonti che si aprono.
Poi agli alunni non basta più leggere ma sentono il bisogno di condividere. Nasce il Circolo Letterario dove i ragazzi si incontrano per raccontarsi i libri più interessanti che hanno letto.
Questo gruppo, inizialmente timido, comincia ad aprirsi ad altre esperienze: incontri con scrittori famosi, partecipazione a concorsi letterari organizzati dal Centro per il Libro.
Quindi il mio percorso di bibliotecaria scolastica, un po' libroterapeuta mi porta a concludere che, sì, la lettura può rappresentare uno strumento per raggiungere il "successo formativo" dello studente ma può anche accompagnare la crescita personale e soprattutto aiutare a realizzare i sogni.